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Partita IVA agricola: requisiti, regimi, costi

AIUTO LA BUROCRAZIA!! 

Ecco no, calma perché è tutto più semplice di quel che pensi. 

La parte burocratica è percepita come la più temuta e “noiosa” perché spesso è mal gestita. Ecco la verità; gli stessi operanti del settore non ne conoscono le regole.

Quello che non devi fare è voler aprire un’azienda agricola recandoti presso un’associazione o un commercialista, senza una preparazione di base.  

Se non hai una conoscenza adeguata, rischi di non sapere se ciò che ti viene consigliato è corretto o meno. Ciò si tradurrà in scelte sbagliate, costi più eccessivi del dovuto e operazioni macchinose e lunghe. 

Quindi il primo passo che devi fare è formarti per sapere esattamente cosa chiedere quando ti presenti in un ufficio. 

Già leggere quanto segue ti aiuterà molto. 

In questo articolo capirai: 

  • Cos’è la partita IVA agricola
  • Come aprirla
  • Quali sono i costi associati alla gestione di una partita IVA agricola
  • Come aprirla se sei anche dipendente
  • Qual è il regime fiscale più conveniente

Cos'è la partita IVA agricola?

Non ci perdiamo troppo in chiacchiere. Se sei qui, è probabile che tu abbia già un’idea di cosa sia la partita IVA agricola. Diamo una breve spiegazione. 

Si tratta di un codice identificativo che consente ai coltivatori diretti e agli imprenditori agricoli di operare legalmente nel settore agricolo. Questo codice è necessario per gestire vendite, acquisti e altre operazioni commerciali. 

Le attività che rientrano negli oneri e nelle opportunità della partita IVA agricola includono: 

  • La coltivazione di prodotti agricoli
  • L’allevamento di animali
  • L’agriturismo
  • Altre attività connesse come la trasformazione e la vendita diretta dei prodotti agricoli.


Da questo ci colleghiamo subito ai 3 regimi fiscali consentiti in agricoltura.

Qual è il regime fiscale più conveniente per una partita IVA agricola?

Quando si parla di regime fiscale per una partita IVA agricola, hai tre opzioni tra cui scegliere: il regime ordinario, quello speciale e il regime ad esonero.

Ogni regime ha le sue caratteristiche, vantaggi e svantaggi. È importante capire quale sia il più adatto per la tua situazione specifica.

Regime ordinario

Il regime ordinario è adatto a chi prevede di avere un fatturato elevato e può gestire una contabilità complessa.

  • Contabilità: Richiede la tenuta dei registri contabili dettagliati. Questo significa annotare tutte le operazioni di acquisto e vendita, mantenere fatture, scontrini e ricevute, e registrare ogni movimento finanziario. Questi registri devono essere conservati per almeno dieci anni.
  • IVA: L’IVA (Imposta sul Valore Aggiunto) è applicata su tutte le vendite. Devi calcolare l’IVA dovuta sulle vendite (es. il 10% o il 22% a seconda dei prodotti) e sottrarre l’IVA pagata sugli acquisti. La differenza va versata all’Agenzia delle Entrate trimestralmente o mensilmente.
  • Dichiarazione dei redditi: Ogni anno devi presentare una dichiarazione dettagliata, indicando tutte le entrate e le spese della tua attività agricola.

Vantaggi:

  • Puoi dedurre le spese sostenute per l’attività agricola, riducendo l’ammontare delle imposte dovute.
  • Recuperi l’IVA sugli acquisti, il che può ridurre i costi complessivi. 

Svantaggi:

  • La contabilità è complessa e potrebbe essere necessario assumere un commercialista per gestirla.
  • Maggiore onere amministrativo e burocratico.

Facciamo una piccola deviazione per spiegare il concetto di versamento dell’IVA e il credito d’IVA. Ti potrebbe essere utile.

Il concetto di credito d'IVA

Il credito d’IVA si verifica quando l’IVA che hai pagato è maggiore dell’IVA che hai incassato sulle tue vendite.

Questo credito può essere utilizzato per compensare future imposte o può essere richiesto a rimborso. Potrebbe accadere quando sei all’inizio della tua attività.

Se stai avviando una nuova attività agricola, potresti dover sostenere significative spese iniziali per acquistare attrezzature, sementi, fertilizzanti, ecc. Questo può portare a un credito d’IVA. Ovvero hai speso molto per acquisti ma non hai ancora generato vendite sufficienti per compensare l’IVA.

Esempio pratico

Supponiamo che tu stia avviando una nuova azienda agricola. Nel primo mese, spendi molto per attrezzature e forniture:

  • Acquisti: €10.000 + IVA 22% (€2.200)
  • Vendite: €5.000 + IVA 10% (€500)

In questo caso:

  • IVA sugli acquisti: €2.200
  • IVA sulle vendite: €500

Alla fine del mese, hai un credito d’IVA di:

  • Credito d’IVA: €2.200 (acquisti) – €500 (vendite) = €1.700

Cosa fare con il credito d’IVA?

Il credito d’IVA può essere gestito in diversi modi:

  • Compensazione: Puoi usare il credito per compensare l’IVA dovuta nei periodi successivi. Nei mesi in cui le tue vendite superano gli acquisti, puoi usare il credito accumulato per ridurre l’IVA da versare.
  • Rimborso: In alcuni casi, puoi richiedere il rimborso del credito d’IVA all’Agenzia delle Entrate. Questo è utile se prevedi che il credito non verrà compensato in breve tempo.

Regime speciale per l'agricoltura

Il regime speciale è riservato alle attività agricole descritte nell’articolo 2135 del Codice Civile, che includono:

  • Coltivazione del fondo: Produzione di vegetali, cereali, frutta, ortaggi, ecc.
  • Silvicoltura: Coltivazione e gestione dei boschi.
  • Allevamento di animali: Allevamento di bestiame, pollame, api, ecc.
  • Attività connesse: Agriturismo, trasformazione dei prodotti agricoli (come la produzione di vino, olio, formaggi), attività di supporto all’agricoltura (come il contoterzismo).

Il regime speciale per l’agricoltura prevede alcune semplificazioni rispetto al regime ordinario. Ecco come funziona:

  1. Contabilità semplificata: Non è necessaria la tenuta di registri contabili dettagliati come nel regime ordinario. Tuttavia, è comunque richiesto di mantenere un registro delle vendite e degli acquisti.
  1. IVA sulle vendite: Gli agricoltori che adottano questo regime non devono versare l’IVA sulle vendite dei prodotti agricoli. Invece, devono applicare una percentuale di compensazione al prezzo di vendita. Questa percentuale varia a seconda del tipo di prodotto:
  • Prodotti agricoli (come cereali, ortaggi, frutta): 4%
  • Animali vivi (come bovini e suini): 7,65%
  • Prodotti lattiero-caseari: 8,8%
  1. IVA sugli acquisti: Gli agricoltori possono detrarre l’IVA pagata sugli acquisti necessari per la loro attività agricola. Tuttavia, non possono richiedere il rimborso dell’IVA come avviene nel regime ordinario.
  1. Dichiarazione dei redditi: Anche se semplificata, è comunque richiesta la presentazione della dichiarazione dei redditi annuale. Gli agricoltori devono indicare il totale delle vendite e degli acquisti effettuati durante l’anno.

Vantaggi:

  • Gestione contabile e fiscale semplificata.
  • Non devi versare l’IVA sulle vendite immediatamente.

Svantaggi:

  • Non puoi recuperare l’IVA sugli acquisti, il che può aumentare i costi se hai molte spese.

Regime a esonero

La cosiddetta partita iva agricola sotto i 7.000 euro. È la più semplice ma anche quella per chi ha un basso fatturato.

  • Contabilità: Minima o inesistente. Non è richiesto tenere un registro dettagliato delle operazioni.
  • IVA: Non è necessario applicare l’IVA né sulle vendite né sugli acquisti.
  • Dichiarazione dei redditi: Le dichiarazioni fiscali sono estremamente semplificate. Non è necessario presentare dichiarazioni IVA periodiche.

Vantaggi:

  • Semplicità estrema nella gestione fiscale e contabile.
  • Non devi versare né calcolare l’IVA, né presentare complesse dichiarazioni fiscali.

Svantaggi:

  • Non puoi dedurre le spese né recuperare l’IVA sugli acquisti, il che può essere svantaggioso se hai costi elevati.
  • È riservato a chi ha un fatturato molto basso.

Quale scegliere?

La scelta del regime fiscale dipende principalmente dal tuo volume d’affari e dalle tue preferenze personali in termini di gestione contabile:

  • Regime ordinario: Se prevedi un fatturato elevato e vuoi dedurre tutte le spese sostenute, questo è il regime che fa per te, anche se comporta una gestione contabile più complessa.
  • Regime speciale: Se desideri semplificare la gestione fiscale ma mantieni un’attività agricola con un fatturato medio, questo regime offre un buon compromesso.
  • Regime ad esonero: Se hai appena iniziato o fatturi poco, questo regime ti permette di gestire tutto con la massima semplicità, ma senza dedurre le spese.

Come si apre la partita IVA agricola?

Può sembrare difficile ma lo fai il 4 passi. 

Passo 1: Decidi il regime fiscale

Tra quelli appena visti, scegli quello che reputi migliore o obbligatorio per certi versi. 

Passo 2: Registrazione presso l’Agenzia delle entrate

Dopo aver scelto il regime fiscale, il passo successivo è ottenere la partita IVA presso l’Agenzia delle Entrate. Ti verrà dato un codice identificativo per tutte le operazioni fiscali. 

Passo 3: Iscrizione alla Camera di commercio 

Una volta ottenuta la partita IVA, devi iscriverti alla Camera di Commercio della tua provincia.

ATTENZIONE: Hai l’obbligo SOLO SE SEI IN REGIME ORDINARIO.

Questa iscrizione ti riconosce ufficialmente come imprenditore agricolo. È un passaggio importante perché ti permette di essere registrato nel registro delle imprese.

Passo 4: Iscrizione all’INPS

Per gestire i tuoi contributi previdenziali e assicurativi, devi iscriverti all’INPS (Istituto Nazionale della Previdenza Sociale). 

Fatto! Puoi vendere i tuoi prodotti! 

Come vedi tra i requisiti non c’è il dover diventare Coltivatore Diretto o IAP come molti vogliono farti credere. 

Posso aprire la partita IVA in agricoltura se sono dipendente?

Siccome è una domanda che ci viene posta spesso, rendiamo chiaro anche questo aspetto. 

Essenzialmente sì, puoi farlo, ma se sei dipendente privato devi controllare prima le clausole di lavoro. Alcuni contratti vietano lo svolgimento di attività lavorative autonome. In particolare se queste sono in concorrenza con l’attività del datore di lavoro.

Per i dipendenti pubblici, invece, vige il Decreto Legislativo 30 marzo 2001, n. 165, che all’articolo 53. Questo stabilisce che i dipendenti pubblici non possono esercitare attività commerciale, industriale o professionale, salvo specifica autorizzazione. 

Questa ultima frase è quella che apre una speranza. Se non c’è conflitto d’interesse puoi presentare una domanda scritta al tuo ente pubblico. Se l’ente accetta la tua richiesta, riceverai un’autorizzazione scritta che ti permetterà di aprire la partita IVA agricola.

Partita IVA agricola costi

Ah, la domanda da un milione di dollari! “Ma quanto mi costa aprire questa benedetta partita IVA agricola?” Ebbene, mettiti comodo perché ti do una risposta che ti farà tirare un sospiro di sollievo.

Prima di tutto, aprire una partita IVA di per sé non costa nulla. L’atto di richiedere la partita IVA all’Agenzia delle Entrate è gratuito. 

Ora, la tua avventura imprenditoriale deve passare dalla Camera di Commercio. Qui iniziamo a parlare di soldi. L’iscrizione può costarti intorno ai 100-120 euro all’anno.

Gli altri costi variabili sono il commercialista nel caso la contabilità non sia il tuo forte. E ovviamente le spese INPS che variano in base al reddito dichiarato.

È tutto. Speriamo di averti aiutato e di aver dimostrato che, con le giuste informazioni, la burocrazia non è poi così un incubo.

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